Educare ai sentimenti

Concerto-Audiovisivo-n.2_Duo-Core-ScacchioliVIDEOAMA: EDUCARE AI SENTIMENTI ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI AUDIOVISIVI

Di Daniele Naldi

Premessa

Il seguente progetto di formazione a “mediazione artistica” rivolto agli insegnanti del biennio delle scuole superiori nasce da un’analisi dell’attuale situazione scolastica italiana, la quale presenta fenomeni sempre più diffusi di dispersione, bullismo, demotivazione, condotte aggressive e problematiche relazionali, che vanno ad influire sullo sviluppo cognitivo-affettivo degli alunni, sull’apprendimento e sulle interazioni degli stessi all’interno del gruppo classe.

Di fatto il rapporto con i giovani sembra essere sempre più difficile e problematico, per diversi istituti sociali che, a vario titolo, interagiscono con i giovani

 

Per lavoro mi capita di collaborare con alcuni degli istituti sociali sopra accennati:

  • incontro genitori che hanno forti difficoltà nella relazione con i figli, difficoltà piuttosto diverse rispetto a quelle che per esempio avevano i miei nonni con i loro padri
  • nelle scuole mi confronto con ragazzi estremamente annoiati e distanti rispetto all’istituzione scuola. Insegnanti preoccupati, spesso con vissuti di impotenza rispetto al clima di demotivazione che non è dilagante, ma poco ci manca.
  • sento dire da persone che militano nei partiti politici che la partecipazione giovanile in tal senso è sempre più carente, il coinvolgimento degli anni 70 oggi è un utopia
  • conosco persone che frequentano istituzioni cattoliche, le quali mi dicono che anche lì la partecipazione giovanile è abbastanza scarsa
  • negli ultimi anni ho collaborato con il C.N.V. (centro nazionale volontariato) e quello che emerge da volontari esperti è una crescente difficoltà a coinvolgere e affiliare giovani in tali strutture

 

In questo senso il problema non è del singolo istituto sociale, ma c’è un problema di fondo di tipo culturale. Cosa c’entra questo con un progetto a mediazione artistica finalizzato all’educazione ai sentimenti? A mio avviso c’è una forte connessione. Viviamo in una società ipertecnologica, abbiamo assistito in questi ultimi decenni ad uno sviluppo esponenziale, mai visto in altre società, per tutto ciò che riguarda mezzi materiali, vedi cellulare internet e via dicendo. D’altro canto assistiamo regolarmente ad un impoverimento per tutto ciò che attiene alle relazioni sociali, ma direi in generale all’educazione ai sentimenti.

Tanto per fare un esempio è possibile che ragazzini di 15 anni usino motorino, computer, cellulare, conoscano diversi programmi informatici, fanno sesso, ma non sanno trovare modi per esprimere i loro sentimenti? È possibile che si legga sul giornale spesso di violenze effettuate a scuola, magari da ragazzi di buona famiglia? Qual’è la logica o meglio il senso di tutto questo?

In sintesi; da una parte i ragazzi sono alla ricerca di un senso e una collocazione nel mondo, il che implica essere protagonisti, partecipare attivamente, essere riconosciuti, costruire legami affettivi e via dicendo, mentre viviamo in un sistema che tende a chiedergli solo di essere buoni consumatori e studenti passivi. La questione è come la scuola possa “agganciare” i giovani all’interno dei loro progetti e come possa promuovere processi di affiliazione e attaccamento (il che è il deterrente per eccellenza rispetto al fenomeno della dispersione scolastica). Affinché i giovani non si sentano solo fruitori passivi di qualcosa già deciso e costruito dagli adulti, ma possano partecipare attivamente, possano essere riconosciuti e detto in una parola protagonisti.

Credo che il passaggio fondamentale sia proprio questo, creare contesti in cui i giovani abbiano la possibilità di esprimersi, scegliere, contribuire, quindi essere protagonisti, il che implica poterli ascoltare, piuttosto che richiederli di eseguire attività già decise da altri, anche per il loro “bene”. Implica anche che la scuola allarghi le proprie metodologie per costruire relazioni significative con gli alunni. In tal senso per tutta una serie di caratteristiche che di seguito indicherò, il mezzo audiovisivo è uno strumento che, date certe condizioni, incontra a gran voce l’interesse e la partecipazione attiva degli adolescenti

 

 

Progetto:

con la collaborazione di un insegnante referente, il progetto è stato presentato a tutti i docenti delle classi prime. Hanno aderito circa due insegnanti per ogni sezione. Il lavoro si è sviluppato nell’arco di diversi mesi, intervallando momenti di formazione a momenti di supervisione. Di fatto il procedere step by step, verificando cosa in aula aveva funzionato,  rispetto a ciò che era stato previsto in formazione, e cosa invece no, è risultato particolarmente utile per mantenere la coesione del gruppo insegnanti e la motivazione degli stessi alla creazione di un audiovisivo, scritto diretto e interpretato dai ragazzi stessi. Di fatto gli insegnanti sono stati formati per svolgere un ruolo di facilitatori di processi comunicativi, inerenti tematiche decise dai ragazzi.

Il grosso vantaggio di questa modalità è che è l’insegnante stesso la risorsa, il che ovviamente può portare alla creazione di un modello che la scuola adotta a prescindere dal supporto di un professionista esterno.

 

La formazione si è sviluppata su quattro punti fondamentali:

1-animare e  stipulare un contratto con il gruppo classe

2- definire obiettivi del progetto, scelta tema/i da approfondire

3- costruzione di storie, dallo story board al montaggio audiovisivo

4- evento finale, come momento di restituzione

 

Durante il primo incontro con gli insegnati, l’autore ha lavorato secondo il principio del “modelling”, cioè si è comportato con gli insegnanti come se lavorasse con il gruppo classe, partendo quindi da un aspetto esperienziale per poi concettualizzare la metodologia. Il tutto per arrivare alla costruzione di un contratto, o meglio a scegliere se aderire o meno al progetto e successivamente definire un contratto. La stessa cosa che loro hanno poi proposto ai ragazzi. Una delle maggiori difficoltà incontrate all’inizio dai professori, è stata quella di cambiare ruolo, passare dall’insegnare all’animare non è una questione così scontata. Tuttavia nel momento in cui si sono effettivamente permessi di vestire i panni degli adolescenti, di giocare, di prendersi si sul serio, ma non troppo, il tutto ha cominciato a diventare più intrigante e quindi a motivare e incuriosire gli insegnanti. Di fatto la modalità operativa utilizzata in classe con gli allievi è stata a grandi linee la seguente:

 

  • Stipulare il contratto con la classe

 

E’ opportuno che la classe sia preventivamente avvertita che nella mattina x all’ora x gli insegnanti x ed y faranno visita alla classe per presentargli un progetto rispetto al quale loro potranno decidere se partecipare o meno come gruppo classe, meglio non dare informazioni aggiuntive, ma ripeto, è bene che siano preventivamente avvertiti per alimentare un minimo di curiosità. Nel giorno stabilito gli insegnanti che si occupano del progetto si recheranno in classe, le prime cose da fare sono:

-una volta entrati in classe direte semplicemente che starete insieme più o meno due ore, durante le quali presenterete loro un progetto  e alla fine della mattinata deciderete insieme se aderire o meno a questo progetto

-non essendo un’attività di tipo didattico, preferite avere una disposizione della classe diversa, quindi senza fare troppo “casino”, si chiederà agli alunni di mettere i banchini all’estremità della classe e di disporre le sedie in cerchio

-a questo punto si dirà ai ragazzi che prima di entrare nel dettaglio del progetto, quindi prima di esplicitare in modo chiaro di cosa si tratta, chiedete la loro disponibilità ad esprimere la loro opinione su alcuni fatti

 

Nota bene:

adesso si dovranno effettuare i seguenti passi:

– fornire uno strumento che svolge una funzione di stimolo per alimentare una breve discussione inerente le tematiche che il progetto potrebbe trattare

– dare indicazioni minimali, nel senso di regole, per effettuare tale breve discussione

– dividere il gruppo in gruppetti

– discussione plenaria

– presentazione estesa del progetto

– decisione

– chiusura incontro

 

concretamente si tratta di dare vita alle seguenti azioni:

-metterete al centro del cerchio un grosso cartellone[1], o meglio ancora, una serie di cartelli disposti in terra all’interno del cerchio, che svolgono una funzione di elementi stimolo, in cui avete riportato eventi di cronaca riguardanti accadimenti avvenuti sia nella scuole, che fatti inerenti gli adolescenti (durante la formazione saranno esposti chiari esempi). Si tratta di ritagliare dai quotidiani, riviste e quant’altro, fatti di cronaca piuttosto “inquietanti” di bullismo, violenze, emarginazione e via dicendo, ma anche eventi che possano mettere in positivo il comportamento degli adolescenti

-una volta che tutti i ragazzi hanno preso visione del cartellone, inizieremo a stimolare una piccola discussione con le seguenti modalità

-si chiederà se c’è qualcosa che gli colpisce, per esempio si potrebbe dire, è normale che accadano queste cose? Perché accadono? Cosa fà si che si arrivi a compiere tali azioni? A voi c’è qualcosa che vi colpisce?

-a questo punto è molto probabile che qualcuno voglia dire la sua. Si aiuterà la persona ad esplicitare il suo pensiero e sopratutto a cercare di esplorare i motivi che potrebbero stare alla base di certi comportamenti, cercando di uscire il più possibile da luoghi comuni.

-questo potrebbe essere il momento di introdurre una piccola regola, con la seguente premessa. Se voi deciderete di partecipare a questo progetto, definiremo insieme a quali condizioni o meglio con quali regole “stare” nell’attività,ma per la mattina una regola la introducete voi chiedendo la loro disponibilità a rispettarla, cioè che si parla ognuno alla volta e che ognuno può tranquillamente dire ciò che pensa, ma non può né commentare né criticare l’altro, opportuno spiegare il senso di tutto questo. Faremo esempi concreti nella formazione e faremo anche esempi di come poterci comportare nel caso in cui la regola venga continuamente sabotata.

-a questo punto, cioè una volta che si è animata una qualche discussione e più persone si sono espresse, si chiederà alla classe di approfondire quanto emerso. L’insegnate aiuterà la classe a dividersi in 4 o 5 gruppetti.

-di fatto l’obiettivo è quello di iniziare a stimolare i ragazzi a riflettere su quanto lo stare bene in un gruppo sia legato alla capacità di comunicare in modo “sano” e come senza una “buona” comunicazione le cose nella vita si complichino parecchio, ma non solo si vuole anche iniziare a stimolare quanto diversi comportamenti e atteggiamenti possono avere diverse conseguenze, come dire teniamo conto che ogni azione ogni comportamento può avere delle conseguenze, ed ognuna di queste può portare in direzioni molto diverse

-ciascun gruppetto avrà un cartellone con delle frasi stimolo da completare. Questo implica che gli insegnanti hanno già strutturato dei fogli bianchi grandi con su scritto una domanda stimolo, per esempio: per stare bene a scuola ho bisogno di……

. In ogni gruppetto ogni ragazzo scriverà ciò che ritiene opportuno rispetto alla domanda stimolo, (procurarsi quindi nastro, cartelloni e pennarelli). La cosa importante è che su ogni foglio ci sia almeno una frase di ogni persona, cioè che ognuno possa esprimersi.

-in questa fase è fondamentale che l’insegnante si sposti da un gruppetto all’altro agevolando il gruppo rispetto al compito e sottolineando spesso l’importanza che su ogni foglio ci sia il pensiero di ciascuno

-ogni gruppo ha circa 5 minuti per rispondere alla domanda stimolo del cartellone, alla fine dei 5 minuti si dice stop e si fanno girare i cartelloni, in modo tale che ogni gruppo dica la sua rispetto ai cartelloni[2]

-Terminato il lavoro si attaccheranno i cartelloni al muro e si disporrà la classe a ferro di cavallo di fronte ai cartelloni

-chiedete ai ragazzi quali delle cose dette dai compagni in qualche modo li hanno colpiti: in positivo, in negativo, li hanno sorpresi, condividono esattamente, non condividono ecc…

-Dopo aver fatto una breve sintesi di ciò che i ragazzi hanno prodotto chiedete al gruppo: “Cosa pensate che succederebbe in positivo o in negativo se vi venisse concesso uno spazio per parlare tra voi e insieme a voi di ciò che ritenete utile approfondire in riferimento a temi da voi scelti?

-è adesso arrivato il momento di presentare nel dettaglio il progetto.

-Il progetto viene approvato se la maggioranza della classe è favorevole. Chi non desidera prendervi parte può dichiararlo, e può assumere un posizione solo di ascolto o come avviene quando alcune materie non piacciono essere presente solo con il corpo e con la mente pensare ad altro. Nessuno sarà obbligato a coinvolgersi più di quanto non senta utile o giusto per sé, però tutti devono rispettare il diritto degli altri a comunicare

Di fatto tutte le classi hanno partecipato al progetto, devo dire con un certo stupore da parte degli insegnanti.

  • Ridefinizione obiettivi progetto, scelta del tema da approfondire

 

  • introduzione mattinata, tra cui scelta tema, ridefinizione obiettivi
  • introduzione regole (solo se necessario e avendo a disposizione molto tempo)
  • scelta tema
  • discussione in plenaria
  • divisione classe in gruppetti

 

1- L’idea di fondo è quella di scegliere un tema tra quelli da loro precedentemente evidenziati nei cartelloni del primo incontro, su tale tema la classe costruirà in gruppetti tante storie quanti sono i gruppetti. La storia sarà poi trasformata in un fotoromanzo o in un piccolo video che è scritto, interpretato e costruito dai ragazzi

Tanto per fare un esempio la situazione è questa:

una volta divisa la classe in gruppetti, per ogni gruppetto si prende un volontario, si chiederà a questo di raccontare un episodio per lui significativo in positivo o negativo della sua esperienza scolastica, l’episodio raccontato sarà poi rappresentato attraverso story board, ogni sequenza sarà fotografata. Le foto si scaricano sul computer e si costruisce un brevissimo fotoromanzo, con l’obiettivo di catturare l’attenzione e motivare i ragazzi al compito!!!!

2- avendo a disposizione poco tempo è preferibile saltare un passaggio, che se pur importante richiederebbe tutto l’incontro. Cioè fare in modo che siano i ragazzi a definire le regole del gioco, cioè le regole necessarie per stare insieme durante lo svolgimento dell’attività. Tuttavia, per i motivi sopra citati, è preferibile che sia l’insegnante a introdurre alcune regole, le regole utilizzate sono quelle del circle time.

3- nel primo incontro, abbiamo fatto compilare un cartellone ai ragazzi. Da questo cartellone si ricava il tema o i temi che suscitano il loro interesse, sarà deciso quale approfondire

4- si anima una discussione in circle time con la classe, con l’obiettivo di definire una situazione critica inerente il tema o i temi scelti per es il tema scelto è solamente uno, la sessualità. La situazione critica che la classe definisce è Mario e Maria, frequentano l’Istituto tal dei tali… si conoscono, si frequentano, hanno rapporti non protetti… Maria rimane in cinta CHE FARE????

Questo è l’evento critico. A questo punto la classe sarà divisa in 3-4 gruppetti

5- i gruppetti saranno strutturati con la seguente modalità.

In ogni gruppo occorre un esperto informatico, o comunque qualcuno che ha una certa competenza informatica. In ogni gruppo ci dovrebbe essere un ragazzo che ha una fotocamera digitale

Di fatto ogni gruppo svilupperà una storia a partire dall’evento critico, o meglio strutturerà il proseguimento della storia. Può per esempio essere che in gruppo si decide che i ragazzi scappano, in un altro si opta per l’aborto e così via… quello che ci interessa, tra l’altro, è che i ragazzi inizino a confrontarsi sulle diverse implicazioni che hanno i comportamenti. Di fatto il principio è lo stesso sia che si lavori su un tema, che su più temi

 

  • costruzione di storie, dallo story board al montaggio

 

-una volta che è stata definita una situazione critica, definiti i gruppetti, è opportuno dare delle domande stimolo per aiutare i ragazzi ad esplorare le varie implicazioni che i comportamenti possono avere. Questo è un momento importante, dove la presenza, sostegno, incoraggiamento degli insegnanti rivestono un ruolo determinante

-il passo successivo è dalla situazione critica costruire il proseguo della storia. I ragazzi potrebbero incontrare alcune difficoltà, sopratutto nelle fasi iniziali, ancora l’aiuto sostegno incoraggiamento degli insegnanti svolge una funzione fondamentale. Tanto più i ragazzi riescono ad autorizzarsi, mettendo da parte il giudizio, a immaginare, ad usare la creatività, tanto più il “processo” prende vita.

-è opportuno ricordare che il lavoro è un lavoro di gruppo, per cui nel completare la storia, è obbligatoria la partecipazione di tutti. Ci dobbiamo assicurare che ogni ragazzo abbia dato il suo contributo, piccolo o grande che sia non ha importanza.

-una volta completata la storia, questa sarà da loro rappresentata, saranno effettuate foto, da cui si costruirà un piccolo fotoromanzo, attraverso 6-10 foto. Per agevolare questo compito può essere opportuno costruire prima uno story-board così come abbiamo fatto nella formazione. (dotarsi quindi di cartelloni e pennarelli per questa attività)

-per concludere la mattinata, si sottolinea che nel successivo incontro sarà costruito il fotoromanzo, che prende vita dallo story board, saranno loro stessi a rappresentarlo. In tal senso si può chiedere ai ragazzi di portare da casa ogni cosa che potrebbe essere utile ai fini del lavoro, tipo vestiti, parrucche, oggetti e quant’altro ritengano opportuno per “colorare” il fotoromanzo.

Assicurarsi che l’esperto informatico sia presente, o meglio raccomandare a tutti di non essere assenti.

Nota: in ogni gruppetto ognuno avrà un ruolo,  come indicato nella formazione, occorrono Attori, Fotografo, Regista Scenografo, chi monta le foto… informatico. I  ragazzi possono decidere di alternarsi i ruoli, tuttavia è meglio se gli attori, rimangono gli stessi, viceversa da una foto all’altra si perde il filo.

La cosa veramente interessante è che in ogni classe ci sono stati ovviamente momenti di difficoltà, ma di fatto le cose sono proseguite sorprendentemente bene, cioè ogni gruppo di lavoro ha prodotto non un fotoromanzo ma un piccolo video. Del resto oggi il linguaggio che è maggiormente usato dai ragazzi è proprio questo.

 

  • Evento finale

Tutte le classi prime riunite in plenaria hanno condiviso la visione dei vari lavori svolti nei singoli gruppetti. L’utilità di questo aspetto riguarda prevalentemente ciò che è stato inserito nella premessa, cioè rendere i ragazzi protagonisti aiutandoli ad esprimere ciò che è per loro importante. Durante questo incontro sono stati anche proiettati i risultati del questionario che era stato precedentemente somministrato in forma anonima, come di seguito indicato:

 

Note conclusive

Di fatto l’obiettivo è  quello di non avere un esperto chiamato a dare risposte ai ragazzi, ma di un facilitatore della comunicazione (l’insegnante preventivamente formato), che stimola i ragazzi a riflettere sulle implicazioni di certe scelte, sul senso dello stare a scuola e costruire un identità professionale, un esperto che stimoli a riflettere sulle implicazioni che hanno i comportamenti, sull’importanza dell’affettività; coinvolgendo i ragazzi attivamente, implicandoli cioè in prima persona, facendo in modo che siano loro stessi a definire regole e trovare risposte riguardo ai temi sopra citati, piuttosto che sia l’adulto a dirgli “cosa è bene per il loro bene”, il che favorisce la socializzazione, la partecipazione attiva, la possibilità espressiva, il confronto e quindi l’attaccamento e l’affiliazione. Tale operazione è stata agevolata e mediata dall’utilizzo di mediatori artistici.

 

Dr Daniele Naldi

www.psicoterapiaolos.it  daniele.naldi@yahoo.it

 

[1] Ovviamente il cartellone dovrà essere costruito nei giorni precedenti l’incontro. La situazione ottimale è quella in cui la coppia di insegnanti che lavorerà insieme, ha individualmente trovato articoli da inserire nel cartellone, successivamente in coppia costruiranno insieme il cartellone integrando ciò che individualmente hanno ritenuto opportuno inserire

[2] a seconda delle domande stimolo, del clima che c’è in classe, del tempo che abbiamo a disposizione, si può decidere di fare lavorare ogni gruppo solo su un singolo cartellone magari per 10 minuti, senza dare vita alla circolarità dei cartelloni.

Redazione NuoveArtiTerapie
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